Business Cycle

"Sapere Aude"

Opinioni

Liberalizzazione del mercato energetico: questo matrimonio “s’ha da fare”?

La completa liberalizzazione del mercato dell’energia potrebbe diventare realtà dal primo gennaio 2023. Data posticipata, rispetto al precedente limite fissato al 2022, mediante l’emendamento proposto dal Movimento 5 Stelle, al decreto Milleproroghe. Si tratta dell’ennesimo slittamento che, ormai da anni, caratterizza la tendenza dell’ordinamento italiano a rendere definitivo quello che avrebbe dovuto essere un sistema meramente provvisorio: il mercato tutelato dell’energia.
Questa volta, tuttavia, il processo di liberalizzazione sembrerebbe aver preso una spinta irreversibile, dal momento che, già in questi primi mesi del 2021, tutte le piccole imprese ed alcune microimprese. per il servizio di fornitura di energia elettrica stanno approdando nel mercato libero, abbandonando per legge quello tutelato.
Per le famiglie, invece, il cambiamento dovrebbe risultare definitivo, appunto, tra due anni. La scelta politica di posporre questa innovazione, facendola slittare di anno in anno, erano legate per lo più al timore che il mercato libero non consentisse di salvaguardare i consumatori, non essendo ancora stati raggiunti adeguati livelli di informazione, competenza e trasparenza tali da garantirne un’applicazione sicura.
Va chiarito, da subito, che il tema della liberalizzazione dei mercati (in specie del settore energetico) comporta ancora oggi una spaccatura nella società, proprio perché fa sorgere un quesito del tutto peculiare: si può garantire la piena tutela del consumatore, pur consentendo un ampliamento della concorrenza, anche in un mercato prettamente pubblico?

Liberalizzazione del mercato e normativa europea

Prima di proseguire nell’analisi, è opportuno chiarire cosa si intenda per liberalizzazione del mercato, per poi specificarne l’impatto nel settore energetico.
Quando parliamo di liberalizzazione ci riferiamo ad un processo legislativo che consiste nella progressiva abolizione delle restrizioni esistenti sul mercato di un certo settore, adeguandosi sostanzialmente al principio di contendibilità e ad esigenze di libera scelta o autonomia.
Si possono immaginare, in genere, due situazioni differenti.
La prima situazione in cui il mercato è governato da un monopolista, generalmente pubblico. Sotto tale ipotesi, la liberalizzazione consentirà l’ingresso di nuovi soggetti sul mercato, ampliando l’offerta aggregata e riducendo la quota di mercato dell’incumbent.
Nella seconda ipotesi, le barriere di ingresso e la regolamentazione normativa in vigore creano una molteplicità di piccoli attori. La liberalizzazione in tale contesto potrebbe comportare una concentrazione di mercato, determinando la crescita di taluni attori.
Specificamente con riferimento al mercato dell’energia, a partire dalla fine del secolo scorso, si è dato avvio ad una serie di riforme finalizzate all’innovazione dell’intero assetto istituzionale, organizzativo e gestionale dell’industria elettrica e del gas. Allo scopo di migliorare l’erogazione dei servizi essenziali, garantendo sviluppo economico e benessere sociale.
Per realizzare questo il passaggio fondamentale era quello del superamento di un sistema ancorato alla presenza ingombrante dello Stato, per poter approdare ad un sistema fondato sulla libertà di iniziativa privata e sulla pluralità di operatori nel mercato.
Si doveva, quindi, estendere la logica di impresa, basata su principi di efficienza ed economicità, all’esercizio di attività, per la loro stessa natura, preordinate al soddisfacimento di un interesse di carattere pubblico.
L’idea era quella di una liberalizzazione che avrebbe garantito la riduzione delle inefficienze tipiche della gestione pubblica, adottando un paradigma “market oriented” anche per il mercato energetico. Ciò avrebbe garantito un’efficiente allocazione delle risorse, senza contare il vantaggio che si sarebbe riversato sui consumatori, beneficiati dall’attesa riduzione dei prezzi.
Obiettivo dichiarato quello di sancire la fine dei monopoli pubblici mediante liberalizzazione dei mercati nazionali, che rispondeva ad una precisa logica sovranazionale: la creazione di un mercato unico europeo dell’energia. Punto di arrivo verso il quale, ormai da decenni, spingeva il legislatore europeo.
A partire dal 1996, infatti, l’adozione di numerose direttive comunitarie ha consentito l’armonizzazione degli ordinamenti dei singoli Stati europei, attraverso l’applicazione di misure riguardanti l’accesso al mercato e la sua trasparenza e regolamentazione, ma anche la tutela dei consumatori, il sostegno all’interconnessione e ad adeguati livelli di approvvigionamento.
Tali misure mirano a creare un mercato dell’energia elettrica europeo più competitivo, un plain level field orientato al cliente, flessibile e non discriminatorio, con prezzi di fornitura basati sul mercato.
Così da poter rafforzare ed ampliare i diritti dei singoli consumatori e delle comunità, contrastando la scarsità energetica.
Il corretto raggiungimento di tali obiettivi, prefissati dall’Unione Europea, è necessariamente subordinato alla rimozione dei numerosi ostacoli e barriere commerciali, ancora persistenti nel settore. Un passaggio essenziale è quello del riavvicinamento delle politiche fiscali e dei prezzi, armonizzando norme e standard, con una particolare attenzione alla materia Ambiente e Sicurezza.
Lo scopo ultimo è quello di instaurare un mercato funzionante che assicuri equità di accesso ed un elevato grado di tutela dei consumatori, pur mantenendo livelli adeguati di interconnessione e capacità di generazione.

Mercato tutelato e mercato libero

Il mercato dell’energia sia per elettricità, sia per gas naturale, è già liberalizzato da oltre dieci anni, nel senso di aperto completamente ai privati.
Tuttavia, per l’energia elettrica non è stato, ancora, abolito il mercato di tutela e non si è imposto il passaggio ad un nuovo operatore. Lasciando ai consumatori piena libertà di sottoscrivere nuovi contratti, oppure di rimanere vincolati al precedente operatore.
Il mercato tutelato dell’energia consiste nella condizione in cui i consumatori hanno accesso all’energia, alle condizioni economiche e contrattuali fissate dall’autorità per l’energia.
Si parla di “tutela”, appunto, perché tale condizione garantisce, ai consumatori che non hanno aderito al mercato libero, contratti in cui il prezzo dell’energia è calibrato, su base trimestrale, dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti ed Ambiente (ARERA), in base all’oscillazione del valore delle materie prime sul mercato.
Mentre, una volta introdotto il mercato libero, non ci sarà più l’Authority di Stato a controllare i costi dell’energia. Il mercato sarà regolato dalle società di energia che offriranno diverse soluzioni ai consumatori, in un sistema di piena concorrenza.
In ciò consiste la sostanziale differenza, tra i due mercati. Le tariffe non saranno più decise dall’Autorità di regolazione trimestralmente, sarà l’utente a negoziarle con il fornitore, in base alle proprie esigenze.
Tuttavia, è fondamentale non dimenticare che tali differenze riguardano esclusivamente il settore attinente a fornitura e commercializzazione delle bollette, mentre i costi per le reti, contatore e le imposte restano uguali, in entrambi i regimi.
L’impatto che si aspetta, una volta che sarà definitivamente completata la liberalizzazione è duplice, incidendo tanto sulle imprese quanto sui consumatori.
Gli analisti si aspettano un cambio di passo notevole, sul piano concorrenziale, tra le aziende del settore.
Se, infatti, la piena liberalizzazione potrebbe comportare effetti “leggermente negativi”, in termini di perdita di clienti, per ENEL (di cui il ministero dell’Economia detiene la quota di maggioranza del 23,6%). Di contro, tale ipotesi avrebbe effetti positivi sulle aziende ex municipalizzate come A2A, Hera, Acea che potrebbero trarre notevole beneficio in termini di sottoscrizione di contratti nel medio termine.
I consumatori beneficerebbero dell’innovazione sia in termini quantitativi che qualitativi del servizio.
A parere degli analisti, nel breve periodo, la concorrenza dovrebbe garantire un notevole calo dei costi di bolletta, anche in virtù dell’opzione di poter modellare i contratti, in base alle esigenze dei singoli clienti. Ma l’impatto positivo si produrrebbe anche sulla qualità del servizio stesso. La presenza di più operatori sul mercato consentirebbe, infatti, di evitare disservizi o quantomeno una più celere risoluzione.

Tutela del consumatore o garanzia della concorrenza?

Uno dei nodi che resta irrisolto è quello della protezione del consumatore, dovendolo salvaguardare dai rischi di una liberalizzazione “selvaggia”. Perciò, è necessario graduare gli interventi del Regolatore del mercato, in modo da trovare il giusto punto di equilibrio tra regolazione e concorrenza.
Sicuramente il passaggio da una struttura di mercato all’altra, specie se si parte da un monopolio legale, risulta molto rischioso e richiede il supporto di un’adeguata regolazione amministrativa.
Con i dovuti limiti, però, altrimenti si rischia il paradosso del proliferare di soggetti regolatori, in un sistema solo in teoria concorrenziale. Dando luogo ad una “deriva dirigistica”, chiaramente incompatibile con l’avanzamento della concorrenza.
La vera sfida, dunque, è riuscire a coniugare concorrenza e regolazione e deve essere affrontata mediante la predisposizione di una serie di strumenti:

  • Analisi continua del grado di concorrenzialità del mercato;
  • Rigorosa valutazione economica degli effetti della regolazione;
  • Semplificazione delle regole, per ridurre gli oneri amministrativi ed economici a carico delle imprese.

Dire che la regolazione vada equilibrata in base alla concorrenza non vuol dire che, al momento del completamento del processo di liberalizzazione, vada abolita.
Liberalizzare i settori energetici non equivale ad una loro de-regolazione. Infatti, anche i mercati liberalizzati dell’energia elettrica e del gas naturale hanno bisogno di regole, purché compatibili con le condizioni di concorrenzialità.
Dunque, sì alla regolazione economica, ma a patto che sia realmente efficace e non inutilmente intrusiva ed assicuri meccanismi di concorrenza effettivi.

G. Y. Curatola per B.Cy.

Riferimenti

  • Michela Giachetti Fantini, “La liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica e del gas naturale: il caso italiano nel panorama europeo”, in Aperta Contrada, riflessioni su società, diritto, economia.
  • Carlotta Scozzari, “Bollette della luce: il 2021 potrebbe essere l’ultimo anno di mercato tutelato. Chi guadagna e chi perde in Borsa con la liberalizzazione”, in Business insider.
  • “Mercato libero dell’energia: cos’è e come funziona?”, in Il Giorno.
  • Francesco Macrì, “Sulla liberalizzazione dell’energia gradualità per evitare la giungla”, in Il Sole 24 ore.
  • Giovanni Toldo, “La liberalizzazione dei servizi elettrici in Italia: risultati e problemi aperti”, 2017, UniPD.

Lascia una risposta

Tema di Anders Norén